Incontro con la vipera
Di Liberta Stefani
scritto per la rivista del C.A.I di Prato
sez. E. Bertini (anno 2005)
foto di trekkingapiedi
“E così anche oggi c'è toccata la nostra parte di fauna”, ha detto allegramente Manuela mentre scendevano le Scalette di Casa Bastone. Avevamo raggiunto la Retaia e, sulla via del ritorno, incontrato molta gente. Ormai le erano passate le paure ed era d'accordo con me per l'occasione di aver visto una vipera, di avere aspettato che quella serpolina maculata, con la testa schiacciata e triangolare, dal mezzo del sentiero dove si crogiolava al sole del primo pomeriggio, si avviasse lentamente cercando il percorso più agevole per entrare nel bosco.
Manuela, salendo per quelle stesse Scalette, si era fermata di colpo davanti a me, ma aveva sentito un fruscio diverso e visto subito la vipera.
“Lasciamo che entri nel bosco poi passiamo noi”, ho detto io, ed era strano, eppure non avevo paura, semmai ero affascinata da quella bestiola, dai suoi movimenti lenti. Ero consapevole che sarebbe bastato toccarla con il bastone per vederla difendersi con il suo morso fulmineo e velenoso. Ma se fra noi qualcuno non dovrebbe essere lì eravamo noi, oppure rispettandoci a vicenda potevamo anche esserci e passare indenni.
Era lo stesso principio che avevamo affermato nelle due gite precedenti dopo aver visto molto da vicino, in entrambi i casi, un bellissimo fagiano maschio che si era allontanato senza scappare, senza alzarsi in volo.
“ Qui c'è posto per tutti e lui ha percepito che non siamo cacciatori. Se si nasconde è solo per prudenza”, avevamo detto in quelle occasioni.
“Certo che una vipera, a differenza di un fagiano, può essere pericolosa, il suo morso può rivelarsi fatale, ma morderà solo per difendersi, e allora: “ sta a noi, invasori del bosco, fare attenzione dove si mettono i piedi, e anche le mani” , ho detto a Manuela.
“ Ma potevo essere distratta e pestarla!” ha protestato lei. “E' vero, ma sarebbe stata la vipera ad avere la peggio perché il suo morso non avrebbe danneggiato i tuoi scarponi.
Se poi ti inoltri per cercare asparagi, o funghi, basta che frughi con un bastone prima di mettere le mani. Insomma, visto che questa non è casa nostra, che ci entriamo senza chiedere permesso, una volta che ci siamo abbiamo il dovere di rispettare , oltre che le piante anche gli animali che ci vivono”.
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Saperne di più:
La vipera comune ( Vipera aspis ) non è un animale aggressivo e attacca l'uomo solo se disturbata o calpestata. Il veleno viene iniettato tramite due denti ed è sufficiente ad uccidere, in breve tempo, i piccoli animali di cui si nutre. Per un uomo il tempo d'azione del veleno è di 3-6 ore e quindi lo sfortunato, o meglio sbadato, escursionista ha tutto il tempo di fasciare e immobilizzare la zona, per poi recarsi nel più vicino ospedale. L'azione del veleno sull'uomo è raramente mortale e dipende dalle condizioni del morsicato, dalla zona interessata e dalla quantità di veleno inoculata, ma generalmente non è sufficiente per uccidere una persona. Un eccessivo allarmismo è da condannare perché può essere più dannoso del morso del rettile.
E' possibile incontrare la vipera in luoghi sassosi, prati e lungo i sentieri soleggiati, ma anche vicino a corsi d'acqua, muretti di pietre e cataste di legno, dove è possibile che abbia rifugio. Si deve far sempre molta attenzione, ma soprattutto nei mesi che vanno da fine maggio a metà ottobre . Bisogna sempre rispettarla e rammentare che nelle montagne e nei boschi lungo i sentieri per escursioni e trekking non siamo nel “nostro territorio” ne per gli altri amici animali, ne tanto meno per la vipera.