parlarci
del tuo trekking descrivendo il luogo di partenza, i sentieri
percorsi, i giorni nei quali hai camminato, quanti eravate,
dove e come avete dormito, le vostre sensazioni nella natura
o di fronte a luoghi storici, ecc.
Insomma descriveteci la
VOSTRA
AVVENTURA!!
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Viaggio in Patagonia....[ndr:..nulla da aggiungere!]
completato con bellissime immagini
Sono ormai alcune decine di km che il bus ci sta scarrozzando lungo strade sterrate per portarci all'inizio del trekking clou del nostro viaggio in Patagonia: la "W" del Parco delle Torres del Paine in Cile. Oggi il tempo è buono, poche nuvole si aggirano intorno alle cime dei "Cuernos" (foto1), forse la bellezza naturale più famosa del Parco, frutto di una bizzaria geologica: sotto chiaro granito, sopra un'altra roccia vulcanica, simile per consistenza, ma di colore quasi nero. Ci aspetta un trekking di 4 giorni che toccherà, se tutto andrà bene, i luoghi più belli del Parco risalendo le 3 valli più importanti e costeggiando i due principali laghi del parco. Il percorso sulla mappa assomiglia appunto a una "W", dove i 3 bracci della W sono le 3 valli. E' possibile fare il trekking appoggiandosi ad alcuni rifugi, oppure come fa la maggioranza dei visitatori, noi compresi, portarsi dietro tenda, fornello e viveri per fare il tutto in autonomia dormendo nei campanentos del Parco.
Dopo il bus ci facciamo ancora una mezzoretta di battello attraverso l'ultimo lago che ci separa dai sentieri. Adesso sta a noi, c'e' solo da camminare!
Partiamo subito in quinta, vogliamo arrivare ad un campamento abbastanza lontano ed abbiamo solo mezza giornata. Manco a dirlo, il sentiero comincia presto a salire! Ma non dovevamo costeggiare dei laghi!? Sì, ma come dice una legge di Murphy dell'escursionista, i sentieri pianeggianti esistono solo in pianura; in montagna o si sale o si scende! Comunque raggiungiamo presto il passetto verso il prossimo lago e ne approfittiamo per la sosta pranzo, in compagnia di una poiana che non lontano è appollaiata su un faggio magellanico (foto2). Il colorino celeste pastello del lago che abbiamo davanti e qualche massa bianca galleggiante sulle rive ci indica chiaramente la natura particolare di questo lago: non molti km a monte si getta nel lago una lingua dello sterminato ghiacciaio patagonico, lo Hielo Sur. Il ghiacciaio arriva sul lago con tre fronti differenti, tutti alti decine di metri, che di tanto in tanto si frantumano cadendo nel lago e formando gli iceberg che poi il vento spinge verso l'altra parte del lago.
Ci rimettiamo in moto e un po' faticosamente tra vari saliscendi (foto 2bis) arriviamo prima ad un punto panoramico davanti al fronte del ghiacciaio (foto3) e poi al soprastante campamento Las Guardas dove velocemente piantiamo le tende. Il Campamento offre davvero l'essenziale, d'altronde chi viene fin qui non cerca le comodità ma solo Natura: piazzole per piantare le tende (foto4) e l'acqua del torrente accanto per bere e cucinare! In effetti non abbiamo bisogno d'altro. L'unica cosa che preoccupa un po' è il meteo, che è andato a peggiorare. Infatti facciamo a tempo a cenare ed ad ammirare il ghiacciaio dall'alto del vicino mirador che comincia a piovere (foto 4 bis). Ma ormai è quasi buio ed abbiamo buone tende che dovrebbero reggere l'acqua senza problemi. Pioverà tutta la notte. Ma si sa che le condizioni atmosferiche in Patagonia sono famose per essere spesso estreme. La mattina dopo però la pioggia fortunatamente finisce e possiamo riprendere il cammino sotto un cielo plumbeo che non promette nulla di buono ma che bisogna dire dà un fascino selvaggio speciale a questi posti, già di per sé speciali (foto5, foto6). Il sentiero scorre senza problemi, la prima parte è di ritorno lungo il tragitto di ieri; poi si prosegue , guarda caso, lungo un lago tra saliscendi fortunatamente non eccessivi fino al successivo campamento, posto accanto a un fiume impetuoso (foto7) che scende dalla valle dei francesi verso la quale vorremmo salire domani.
Il Campamento Italiano è molto simile a quello già visto, tranne che è assai più grande. E' infatti al centro della "W" e quindi più frequentato. Fortunatamente offre, se così si può dire, un ricovero di legno, con pozza interna perenne inclusa, sotto il quale però non piove e si può cucinare in caso di maltempo. Eventualità che da queste parti non dev'essere rara, come stiamo infatti sperimentando: già! perché arriviamo che piove da una mezz'ora, montiamo le tende sotto l'acqua e benediciamo subito il ricovero. Anche stasera possiamo contare su un piatto di pasta ben condito (stasera pasta alla carbonara) e su vari rinforzini, tra cui anche frutta fresca. Il cibo sano sullo zaino pesa di più dei liofilizzati e beveroni vari (abbiamo visto cenare alcuni americani con dei beveroni bianchi da mettere i brividi) ma in pancia e in bocca ci sta assai meglio! Un lusso del quale non ci si può pentire, almeno in un trek come questo di non molti giorni.
Anche questa volta piove tutta la notte! La mattina dopo vediamo alcuni trekker che gettano la spugna, fradicia(!), e si ritirano. Le tende noleggiate non hanno retto l'acqua e si sono trovati mezzi allagati. Noi fortunatamente ne usciamo invece piuttosto bene, ed appena smette di piovere, dopo la colazione, partiamo subito leggeri, senza zaini, per la valle dei francesi. Una bella salita al centro di montagne di granito che a tratti intravediamo , belle imbiancate dalla nevicata di stanotte (foto8). Lungo la valle incontriamo pochi altri, un po' per il meteo incerto, un po' perché in effetti la salita non è poca. Noi comunque raggiungiamo il Campamento britannico, estremità centrale della "W", che comunque è valsa la pena di raggiungere anche col meteo incerto (foto9, foto10).
Torniamo quindi al Campamento Italiano che ormai la mattina è andata e la prossima tappa dista un bel po'. Senza esitare ci ricarichiamo gli zaini, che cmq cominciano a farsi più leggeri e ci mettiamo in cammino. Il sentiero si snoda tra montagne e lago lungo scenari a tratti fantastici . In alto una cascata scende dai Cuernos e grandi uccelli, forse condor, planano in cerchio; verso il basso una spiaggia di ciottoli sul lago fa invece pensare per un attimo a lontani lidi più caldi.
Arriviamo quindi a un rifugio presso il quale ci si potrebbe accampare, ma vorremmo fare più strada. Decidiamo di proseguire anche se è tardi e ci facciamo una bella tirata fino ad un campeggio posto all'ingresso principale del Parco, al quale arriviamo che è quasi buio. Questo è un campeggio quasi normale e ci possiamo fare una bella doccia calda. Questa sera è proprio una serata superlusso: addirittura siamo omaggiati di una birra da un gruppo di faentini che sono accampati accanto a noi, ma soprattutto stasera non piove ed anzi il meteo sembra mettersi al bello. Il che torna assai comodo perché domani c'e' la salita alle torri del Paine che ci aspetta (l'ultimo braccio della "W" per intendersi) e assolutamente lì ci vuole il bel tempo!
Anche questa volta partiamo leggeri; torneremo infatti al campeggio in giornata. Bisogna dire che il tempo non è come ieri sera speravamo: il sole non si vede e spesso ci avvolge la nebbia. A me pare tuttavia che possa trattarsi di nuvole basse. Non facciamo a tempo ad arrivare al mirador delle Torri che la nebbia infatti si dissolve e viene a splendere un sole fantastico. La vista sule torri è spettacolare, davvero questo sole ci voleva e ce lo godiamo tutto! (foto11-foto15)
L'ultimo giorno alle torri del Paines dobbiamo solo raggiungere il punto dove riparte l'autobus nel primo pomeriggio. Abbiamo anche il tempo di aggirarci per una zona poco frequentata e inaspettatamente bella facendo incontri ravvicinati con i guanachi (foto16) - i cammelli patagonici -, con l'aquila del Cile (foto17) il tutto condito da splendide viste delle montagne del parco. (foto18, foto19)
Il resto del viaggio in Patagonia sono memorabili storie di autobus, taxi e aerei presi al volo, trekking più tranquilli, tramonti e albe dalle poltrone-letto dei bus a lunga percorrenza, vento patagonico ai piedi del Fitz Roy, armadilli sfuggenti, campeggi e grigliate, foreste pluviali, birre patagoniche e vini cileni, meritati relax alle terme, e parecchio altro (foto 20-foto37).
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