parlarci del tuo trekking descrivendo il luogo di partenza, i sentieri percorsi, i giorni nei quali hai camminato, quanti eravate, dove e come avete dormito, le vostre sensazioni nella natura o di fronte a luoghi storici, ecc.
Insomma descriveteci la
VOSTRA AVVENTURA!!
Invia testo e immagini.









 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La scheda tecnica e informazioni generali:
Lasciando il paese di Levigliani si prosegue lungo la strada senza imboccare alcuna deviazione per circa 5 km , quando si giunge alla galleria del Cipollaio. Una volta attraversata a meno di 500 m si trova uno slargo sulla destra dove è possibile lasciare l'auto ....................continua

Dalla galleria del Cipollaio

al Puntato passando per Fociomboli

Ecco il racconto dell' "avventura":

22 ottobre 2004, è venerdì sera ed ormai è deciso…nella perenne lotta tra livornesi amanti del mare e versiliani amanti delle Apuane, la vittoria è stata decretata: domattina alle 9e30 alla stazione di Viareggio. “Puntuale! Non transigo!”, dice Vieri quasi minaccioso a Francesco…

E così sabato 23 ottobre 2004 alle 9:45 ci siamo tutti: la Silvia , la Maria , Vieri e Francesco (..indovinate chi ha ritardato?!)…ci carichiamo in macchina e via, alla conquista dei monti!

Obiettivo del nostro viaggio è quello di arrivare a Levigliani e da qui destreggiarci sul sentiero CAI n.9 alla volta della valletta di Mosceta… “e poi se c'è tempo s'arriva sulla Pania della Croce! Ma dobbiamo muoverci!” dice Vieri fiero del suo programma di viaggio…

Tuttavia iniziano gli imprevisti: lungo il viaggio in macchina per giungere al nostro punto di partenza gli “apini” e simili carrette della strada non finiscono mai, costringendoci ad una media di 40 chilometri orari; poi qualche distrazione di troppo alla guida fa si che il paese di Levigliani sparisca nel nulla e ci ritroviamo ad attraversare la galleria del Cipollaio… “Ma dove siamo?!”…basta! Le nostre gambe chiedono movimento, sulla destra dopo meno di 500 metri lungo la strada passata la galleria c'è un parcheggio ed un sentiero che parte…fermiamoci qua e studiamo la via per riallacciarci al nostro sentiero.

Fortunatamente proprio da questo parcheggio parte il sentiero n.129 , che punta diretto alla Foce di Mosceta (o perlomeno così sembra…).

E così ci aspetta da subito una bella sfacchinata: questo sentiero alternativo di riparazione non è affatto facile per ricominciare, soprattutto per degli studenti universitari che passano il loro tempo sui libri (se si tratta di studenti normali) oppure sdraiati a prendere il sole su uno scoglio in Calafuria (se si tratta di Francesco)...in ogni caso l'esercizio fisico giornaliero è molto limitato.

I primi metri del nostro cammino sono accompagnati da una carrareccia, che molto probabilmente serve un'abitazione, e siamo accompagnati sin dal primo bivio dal dubbio di aver sbagliato strada! Pochi minuti e siamo nel bosco fitto, col suolo tappezzato di castagne, tutto brilla avvolto dall'umidità (e ce chi rimpiange il tepore del sole estivo che splende in questi giorni!). Sono da poco passate le 11. Il tempo passa, la fatica aumenta, ed anche il numero di errori..il sentiero non è molto chiaro e più volte ci troviamo a fare retro front , alla ricerca del simbolo bianco-rosso nascosto dal tempo. Poi il sentiero si fa d'improvviso più chiaro e scorgiamo in lontananza un edificio dalle sembianze di una chiesetta ben mantenuto..non è l'ennesimo rudere disabitato!
Qui incontriamo un uomo che per prima cosa ci chiede “funghi ce n'è?”, rispondiamo e chiediamo se la strada per Mosceta è giusta; “ad essere sincero è la prima volta che vedo questa chiesa!”, ripartiamo sconsolati e consci che dovremo contare solo sulle nostre forze!

..alle 12:30 la fame comincia a sentirsi, la Silvia si scoraggia, la Maria ha perso il suo continuo interesse ai funghi e Vieri ripete: “Non tiro fuori i viveri , si mangia a Mosceta quando si arriva! Massimo alle 13:30 ci siamo!” Stupidamente ci vogliamo continuare a fidare, ma dopo inutili tentativi alle una decidiamo di interessarci tutti alla situazione..faccia nella carta dei sentieri. Tutto sembra tornare!: la posizione dei monti, la direzione del sentiero, eppure proviamo a proseguire , ma la via non è affatto battuta e una frana la interrompe. La semplicissima soluzione ci arriva quando tre cercatori di funghi (anche loro esorditi con la celebre frase “Funghi ce n'è?”) ci spiegano che giusto 20 metri più in quota si trova il nostro sentiero…il n.129 per Mosceta!!…beffeggiati per la nostra inesperienza di cittadini ci fermiamo a mangiare: siamo nei pressi di una piccola cappella di montagna, vicino ad uno spiazzo sterrato dove si trovano in sosta alcune auto; siamo al punto di partenza per lo spigolo di Fociomboli (un'impresa che certo non ci si addice!).
Il caldo sole di ottobre ogni tanto fa capolino fra le nubi e la nebbia, illuminando le imponenti pareti delle torri del Corchia con la loro roccia bianca, facendo brillare gli alberi nei toni autunnali del rosso e dell'arancio.

Ormai sono le 13:30 e raggiungere la Valletta di Mosceta resterà un sogno, il tempo stringe; facciamo i nostri calcoli e decidiamo per il sentiero n.11 , accessibile dal piazzale, lasciandoci alle spalle l'agognato 129 per Mosceta.

Gli animi tuttavia si riprendono: il sentiero è ben segnato, è in discesa con lieve pendenza ed è circondato da una splendida atmosfera che ci viene somministrata in piccole dosi man mano che gli alberi si aprono: costeggiamo un ruscelletto dalle acque fresche e cristalline, la vista spazia sulle pendici alberate, su verdi e abbondanti prati…due orette di cammino, un paio di guadi inutili del torrente (dovuti ai nostri sbandamenti di sentiero!) e ci si apre la valle del Puntato, illuminati dal sole, con le prime casette-rifugio dei pastori che compaiono. Sul fondo la chiesetta della SS. Trinità, ci arriviamo ed incontriamo un simpatico indigeno, che felice di vedere dei giovani ci invita per un caffè ed un bicchiere di vino.
Il tempo per il caffè (..e sicuramente per conoscere il racconto della vita del nostro nuovo amico) purtroppo non c'è (anche se questa figura così ospitale ci apre il cuore) e il vino renderebbe ancora più sbandante e ricco di cadute il nostro percorso. Una dritta però ce la dà: percorrendo a ritroso il vialetto alberato che porta alla chiesa troviamo sulla destra il sentiero n.128 , attraverso il quale si svetta dopo aver guadato il ruscello e aver passato il rifugio del puntato, per poi ridiscendere: 1 ora e 30 di sentiero e siamo sulla strada che porta alla galleria del Cipollato. Fiduciosi partiamo, il sentiero è segnato perfettamente, anche se la discesa finisce di provare le nostre gambe; camminiamo in fila indiana, testa bassa per tener d'occhio i punti d'appoggio, in religioso silenzio interrotto man mano che ci avviciniamo dal rumore sempre più vicino dei camion sulla strada…gioia per il ritorno alla civiltà e nostalgia perché anche questo breve assaggio sta per finire.
Tuttavia c'è ancora da camminare, il tempo per Francesco per ritrovarsi schiena a terra dopo uno scivolone causato da un pietrone molto umido e da scarpe molto provate..ormai le risate riempiono il silenzio. E d'improvviso eccola là, l'uscita del 128 sulla strada, che ci accoglie con fragorose suonate di clacson da parte di 3 auto che ci schivano malamente..ancora 20 minuti di cammino lungo la strada e saremo alla macchina. Una targa posta sulla roccia ci ricorda la scomparsa di quattro giovani il 24 ottobre di 23 anni prima e la numerologia di questo caso ci invita a procedere celermente fino al nostro mezzo.

Il viaggio di ritorno si consuma nell'ilarità generale e c'è chi ironizza sulla necessità di rintracciare il simbolo bianco-rosso dei sentieri CAI sulle pareti della città per riuscire a trovare il proprio portone di casa. Tutti ci sentiamo fieri di aver portato a compimento una nuova impresa!

 

Una nota importante a tutto questo: se non abbiamo foto per stimolare il vostro interesse a percorrere questo itinerario è perché la Maria ha furbescamente portato la macchina fotografica, ma senza pellicola all'interno…in ogni caso è dal vivo che va goduto lo spettacolo…

 

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