Dopo la morte di Gian Gastone nel 1737, l'ultimo granduca
De' Medici, il granducato passò agli Asburgo-Lorena.
Primo Granduca di questa dinastia fu Francesco Stefano III°
marito dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria e padre della
celeberrima Maria Antonietta, la regina di Francia che poi
sarà ghigliottinata nel 1793. Francesco Stefano III°
in seguito agli esiti della guerra di successione polacca
(pace di Vienna 1738), cedette i suoi diritti sul ducato
di Lorena a Stanislao Leszczynski ex re di Polonia; quest'ultimo
infatti sconfitto in questa guerra, perse il regno della
Polonia e quindi dovette accontentarsi della Lorena.
Gli Asburgo-Lorena, si distinsero per un governo saggio
e riformista ( già iniziato dall'ultimo Granduca
Medici, Gian Gastone) che portò una ventata di rinnovamento
in Toscana. Tra tutti i Granduchi di questa dinastia è
però passato alla storia per una politica veramente
esemplare Pietro Leopoldo 1747-1792, il quale assistito
da valenti ministri compì una serie di riforme a
dir poco rivoluzionarie come: l'abolizione della pena di
morte e della tortura, l'emanazione di un nuovo codice civile,
la pubblicazione del bilancio statale e l'abolizione della
servitù feudale.
A Pietro Leopoldo si deve inoltre la costruzione di una
importantissima via di comunicazione, ovvero la strada che
attraversa il Passo del Muraglione nel Mugello che consenti
l'attraversamento dell' Appennino in quella zona (vedi foto),
via usata ancora oggi. Ferdinando III° figlio di Pietro
Leopoldo fu assai meno audace del padre, ma ciò non
arrestò il processo di riforme iniziato.
Alla fine del diciottesimo secolo il Granducato di Toscana
entrò nelle mire espanzionistiche di Napoleone Bonaparte;
così una volta conquistato da quest'ultimo e cacciati
gli Asburgo-Lorena, il Granducato di Toscana entrò
a far parte dell'impero francese.
Prima della ascesa di Napoleone al potere, Ferdinando III°
succedette al padre Pietro Leopoldo nel 1790, governando
fino al 1801. Anno in cui fu costretto a fuggire in germania.
Nel 1799, il Granducato di Toscana, fu occupato dai francesi.
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Nel 1801, con il trattato di Luneville, il Granducato di
Toscana fu assegnato alla dinastia Borboni, discendenti
di Filippo V°, con il nome di Regno di Etruria. Nel
1807 la Toscana fu ricostituita nuovamente in Granducato
ed assegnata da Napoleone alla sorella Elisa Bonaparte Baciocchi,
che vi governò dal 1809 al 1814. Nel 1814, in seguito
alla caduta di Napoleone, il Granducato tornò agli
Asburgo-Lorena e più precisamente a Ferdinando III°,
dove vi regnò altri 10 anni fino alla sua morte avvenuta
nel 1824.
Gli succedette Leopoldo II° e il suo governo si distinse
inizialmente per tolleranza e riformismo, proseguendo la
politica dei suoi predecessori; nel 1847 approvò
la libertà di stampa e sotto di lui inoltre il Granducato
si estese, inglobando, sempre nel 1847 anche Lucca. Nel
1848 promulgò la costituzione. Solo in seguito, nel
1849 visto l'affermarsi del movimento democratico, cambiò
totalmente atteggiamento circa le idee liberali, per abbracciare
quelle reazionarie; decise così di rifugiarsi a Gaeta
presso il papa Pio IX°. Tornato a Firenze con l'aiuto
dell'Austria e abbandonato del tutto le idee riformiste,
si attirò l'odio della popolazione toscana che invece
guardava sempre con maggior simpatia il Piemonte e quindi
i Savoia.
Leopoldo II° fu costretto ad abdicare e a fuggire da
Firenze, riparando a Vienna. In seguito nel 1860 con un
plebiscito tutta la Toscan fu annessa al Regno di Piemonte
e Sardegna, che divenne l'anno successivo Regno d'Italia.
Firenze fu capitale del Regno d'Italia dal 1865 al 1871.
Durande questi cinque anni la città acquistò
molto prestigio politico, pagandolo però almeno a
livello artistico e architettonico a caro prezzo; infatti
per costruire dei grandi viali a imitazione di quelli parigini,
di gran moda a quell'epoca, e che altro non sono gli attuali
viali di circonvallazione, furono abbattute le antiche mura.
Solo le antiche porte furono risparmiate e alcuni tratti
di mura sono oggi ancora visibili nella zona collinare di
Costa San Giorgio e quelle che delimitano il giardino Torrigiani
nel viale Petrarca, il resto purtroppo non esiste più.